Metodi di identificazione dello HUMAN PAPILLOMAVIRUS TYPE 16 nei tumori della testa e del collo e significato prognostico

Posted on 10 dicembre 2014

I tumori della Testa e del Collo sono un gruppo eterogeneo di tumori che originano nell’epitelio del tratto prossimale delle vie aero-digestive, come il cavo orale, la faringe, la laringe, i seni paranasali e le ghiandole salivari. Nonostante siano poco conosciuti e sottostimati, questi tumori rappresentano la sesta causa di morte per cancro al mondo. In Italia hanno un’incidenza di 6,3 casi ogni 100.000 abitanti per anno, raggiungendo il 20% delle neoplasie. Si è osservato inoltre un aumento dei tumori del cavo orale soprattutto fra i giovani uomini e fra le donne.

La maggior parte (75%) dei tumori della Testa e del Collo sono causati dall’associazione di fumo e alcool che ad oggi rappresentano i fattori di rischio più conosciuti. Tuttavia vi sono altri fattori predisponenti, come l’esposizione al fumo passivo, polveri di asbesto e sostanze chimiche di vario genere, una dieta povera di vitamine, una scarsa e non corretta igiene orale e le infezioni da parte dei virus del papilloma umano (HPV), riconosciuti soprattutto come agenti eziopatogenetici del tumore della cervice uterina.

In particolare l’infezione da HPV, spesso, è alla base delle neoplasie orofaringee, soprattutto della tonsilla, anche quando non coesistono i comuni fattori di rischio. In genere si tratta di neoplasie spinocellulari solitamente poco differenziate che compaiono in giovane età e che sono correlate alle abitudini sessuali.

La positività all’infezione da HPV, tuttavia, è un fattore prognostico favorevole indipendentemente dal tipo di terapia, determinato anche dalla maggiore sensibilità del tumore alla chemioterapia e radioterapia rispetto alle forme non associate ad HPV. La miglior prognosi nei pazienti HPV positivi potrebbe potenzialmente candidarli a trattamenti chemio-radio-terapici meno aggressivi.

Questo ha stimolato molto gli studi epidemiologici sull’associazione tra HPV e tumori, e la ricerca di metodi adeguati per l’identificazione di specifiche regioni virali come potenziali marcatori prognostici.

Inoltre, l’interesse per questi virus è dovuta anche alle possibilità terapeutiche delle vaccinazioni contro l’HPV per il cancro della cervice uterina che di riflesso potrebbe avere un ruolo preventivo anche per l’infezione virale delle regioni della Testa e del Collo.

I virus del papilloma umano sono un gruppo di piccoli virus a DNA che infettano le cellule dello strato basale dell’epitelio stratificato e tra questi il tipo 16 è quello più rappresentato nei tumori HPV positivi dell’orofaringe.

La storia naturale del virus, riportata per la cervice uterina, prevede che il virus venga eliminato dall’organismo infettato in 12-24 mesi e solo la sua persistenza e l’integrazione del genoma virale in quello della cellula ospite nelle regioni anatomiche come quelle della Testa e del Collo, esposte anche ad agenti e sostanze tossiche, può determinare lo sviluppo di lesioni neoplastiche.

Da qualche decennio quindi HPV è studiato come un potenziale fattore prognostico nei pazienti affetti da tumori della Testa e del Collo, soprattutto in sede orofaringea. La rivelazione del virus, tuttavia, è dipendente dai metodi utilizzati, che a loro volta sono influenzati dal materiale di partenza su cui viene effettuata la diagnosi.

Ogni metodo di rivelazione virale possiede sia vantaggi sia svantaggi e l’obiettivo della ricerca translazionale è quello di individuare un metodo che combini la maggior specificità e sensibilità. Di solito il materiale disponibile per la rivelazione di HPV nei tumori della Testa e del Collo è tessuto incluso in paraffina, e solitamente in questo caso si utilizza l’amplificazione del genoma virale mediante la tecnica della reazione a catena della polimerasi (PCR); oppure si cerca l’espressione di proteine che vengono coinvolte nel ciclo biologico del virus e quindi ne denotano la presenza, come p16, mediante reazioni immunoistochimiche.

I nostri progetti si propongono di identificare nel tessuto tumorale dei pazienti affetti da tumore della Testa e del Collo, dei marcatori virali sensibili e specifici, sia per la forma biologicamente attiva sia per l’azione patogenetica di HPV, per correlarli con la storia clinica del paziente e successivamente per personalizzare la terapia.

Questi marcatori devono essere validati e confrontati con quelli proposti dalla letteratura e con i comuni metodi utilizzati nella routine clinica di laboratorio.

Inoltre, si vuole verificare se durante il percorso clinico e terapeutico, sia la presenza sia i cambiamenti dinamici di tali marcatori virali a livello del sangue periferico possano correlare con il tumore e con la risposta clinica.

Qualora tali marcatori si rivelassero di elevato valore prognostico, si pensa di estendere la loro analisi alla casistica di tumori della Testa e del Collo che afferiscono al nostro Centro, e soprattutto si cercherà di capire il ruolo di HPV nei tumori che non originano nell’orofaringe, ma in altre sedi.

L’identificazione di tali marcatori virali avrebbe valore nella gestione dei pazienti, dando al clinico degli indicatori oggettivi di risposta alla terapia e al paziente un trattamento personalizzato, basato sia sullo stadio di malattia sia sul grado e sul tipo di infezione virale eventualmente presente.